Cannoli Siciliani alla Ricotta e Diario di una Terrona Emigrante
Credo di aver scritto questo post almeno 5 volte (non scherzo!), non per la ricetta e ne per le foto quelle erano pronte da tempo, ma per il contenuto dell’introduzione una volta era troppo forte quasi viscerale, un altra non parlava di me e via discorrendo, forse questa è quella buona che lo vedrete on line!
I cannoli siciliani alla ricotta sono il dolce indiscusso della tradizione isolana, a base di ricotta di pecora sapientemente lavorata fino a diventare una crema leggera e vellutata, dal sapore tondo e ricco, dalla consistenza cremosa ma ben strutturata. Perfetta per riempire le bucce: delle cialdine fritte sottili di pasta al marsala, profumate e croccanti. I cannoli siciliani vanno riempiti solo poco prima di essere mangiati, perché la cialda perde velocemente la sua croccantezza, diventano floscia e poco gradevole.
In Sicilia ogni pasticceria/famiglia ha la sua ricetta, la sua variante, il suo decoro, chi li preferisce con le gocce di cioccolato, chi con i tipici canditi, chi con granella di pistacchi o nocciole e chi con la sola crema di ricotta. Ricordo ancora la prima volta che provai a farli in casa, i trucchi svelati dal un pasticcere, il sapore di quella ricotta artigianale, il profumo delle bucce, non avevo ancora il blog, si vi sto parlando di tanti anni fa.
Non li preparo spesso in casa, sopratutto se sono in Sicilia, si fa prima a comprarli ma qui al Nord la parola cannolo è tutto e niente… spesso c’è anche una gran confusione nella testa delle persone che non sanno neanche cosa stanno addentando. Cosi ho deciso di prepararli in casa e di godermi dei veri
cannoli siciliani alla ricotta
fatti a regola d’arte.
Caro Diario,
Inizio ad avere nostalgia della mia terra, ho passato al Nord tutte le ricorrenze, lontano dalla mia famiglia, dalle mie tradizioni (se non vivete lontano da casa per più di un anno consecutivo non saprete mai cosa si prova e non è solo il cibo), per noi del Sud le festività vengono scandite a tavola, con i piatti tipici: la frutta martorana per i morti, i panini di cena (da non confondere con i panini per gli hamburger) per la settimana santa, la pasta ncaciata per il lunedì di pasquetta con le braciole alla messinese cotte sulla brace; arancini, pitoni, focaccia e ancora un infinita di cose buone da servire in ogni momento. La tavola è solo un intermezzo, una scusa per trascorrere il tempo, rivedere i parenti e raccontarsi, rilassarsi e per un giorno non pensare alla frenesia tipica delle giornate lavorative. Ho colto l’occasione di una cena e ho preparato i miei amati cannoli, per sentirmi più vicina a casa per ricordare i giorni in famiglia, per sentire il profumo della mia terra, ma a quanto pare sono stata l’unica a coglierne il valore del mio impegno ai fornelli… al commento “li posso comprare all’Esselunga!” mi è crollato il mondo!
Quando si dice che gli isolani hanno un rapporto stretto con la loro terra è proprio vero, quando si parla di mal d’Africa, io riesco a capirlo per me è Mal di Sicilia. Quando vivi lontana da casa ci sono due categorie di emigranti: quelle che dimenticano la propria terra integrandosi ad usi e costumi del luogo dove sono andati a vivere, perdono l’accento e smettono di sentirsi terroni negando le proprie origini e poi ci sono quelli, come me, che sentono maggiormente il legame con l’isola, come un cordone ombelicale e ne soffrono, che non vedono l’ora di ritornare a casa.
Vivere in Oltre Po tra Lombardia, Piemonte, Liguria e Emilia, all’inizio sembra sempre tutto facile, tutto bello come in ogni nuova avventura… Conosci persone nuove, ti fai nuovi amici, visiti posti nuovi, diversi. Nonostante tutto ci sono giorni che svegliandomi vorrei essere in Sicilia… guardare il mio mare scintillante e bellissimo, e invece sono qui: dove vengo trattata come un emigrante del Sud da beffeggiare.
Nel 2017 devo sentire ancora questo: friggi = terronata, ma la cotoletta alla milanese viene cotta mica al vapore????? broccoli/cavolfiore/cime di rapa= terronata; andare ad un matrimonio in vestito lungo o in completo = terronata (Grazie Don Antonio quello che succede nel tuo castello ora è lo stereotipo dei matrimoni del sud Italia), certo perché voi andate i jeans e le scarpe da tennis???? magari per una festa di compleanno non certo per un matrimonio. Potrei continuare e scrivere fino a sera ma si capisce che il senso della parola terronata è sempre lo stesso: dispregiativo, capisco la differenza fra umor e disprezzo, insistendo nel fare battute con un finto accento siculo quando non si sa parlare neanche l’italiano.
Sono fiera di essere una terrona, delle mie origini, degli insegnamenti e valori che mi sono stati dati, amo la mia terra, la mia gente, non amo essere presa in giro cosi (del resto nessuno lo ama), da gente che a questo punto reputo con scarsi valori, scarsa cultura e scarsa integrazione in una parola SCARSI e fa ancora più male sentirlo dire da persone vicine.
La cucina, una delle forme di amore più pura che esista verso chi si ama: cosi metto a tavola quello che più mi fa sentire a casa per condividere i sapori e i profumi: il pesce, gli agrumi, il finocchietto, i capperi, un bicchiere di buon vino delle isole Eolie. Friggo arancini, panelle e cannoli, mescolo kg e kg di ricotta e li condivido con gli amici del Nord che apprezzano e grazie a loro allevio la lontananza dalla mia isola, dalla mia famiglia e dai miei amici d’infanzia!
A dimenticavo la prossima volta che decido di friggere cannoli, arancini e polpette di melanzane, l’invito a cena sarà per chi apprezza veramente me e la mia terra… Voi altri andate a comprarli all’Esselunga… !
Laura
una terrona emigrante
Ingredienti per circa 25 cannoli siciliani alla ricotta
(diametro coppa-pasta 9 cm)
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Per la crema ricotta
1kg di ricotta di pecora
430 g zucchero semolato extra fine
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Per le bucce dei cannoli siciliani
300 g farina 00
30 g zucchero
50 g strutto (o burro morbido)
1 uovo medio di allevamento a terra
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere (o caffè)
1/2 bicchiere di marsala
sale fine marino iodato
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Inoltre
STAMPI CANNOLI SICILIANI
Olio di semi per la frittura
Scorza d’arancia candita
Cannella in polvere
Zucchero a velo
Gocce di cioccolato
Granella di Pistacchi di Bronte
Granella di Nocciole dell’Etna
Tempo di preparazione: 20 minuti + 24 ore riposo crema + 1 ora
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Preparare la crema di ricotta per i cannoli siciliani
Lasciate sgocciolare la ricotta di pecora per una notte in frigorifero, potete usare uno scolapasta o il canestro tipico con cui viene venduta.
– Se lavorate a mano versate la ricotta ormai sgocciolata in una ciotola e aggiungete lo zucchero, lavorate il composto energicamente per il tempo necessario fino ad ottenere una crema uniforme e liscia. Coprite con la pellicola trasparente e mettete a riposare in frigorifero per circa 24 ore. Trascorso il tempo passate la crema di ricotta al setaccio o al passa verdure (importantissimo per avere una crema fine) con maglie fini e aggiungete scaglie di cioccolato o canditi a piacere.
– Se usate l’impastatrice planetaria versate nel boccale la ricotta e lo zucchero azionate il motore a bassa velocità con la foglia o gancio k e quando ben amalgamato sostituite con la filo e continuate a lavorare la crema di ricotta fino a farla diventare spumosa. Versatela in un contenitore e mettetela a riposare in frigorifero per circa 24 ore.
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Preparare le bucce dei cannoli siciliani alla ricotta
Se usate il burro uscitelo dal frigo un ora prima di inserirlo nell’impasto.
– Se usate l‘impastatrice planetaria: posizionate il gancio impastatore e versate la farina 00, lo zucchero, il sale, il cacao, lo strutto o il burro a dadini e azionate il motore a velocità bassa, aggiungete il liquore e l’uovo lasciate lavorare il composto fino a raggiungere una consistenza soda.
– Se usate il Bimby: versate tutti gli ingredienti nel boccale azionate le lame per 50 secondi a velocità 4.
– Se impastate a mano versate gli ingredienti in una scodella capiente e lavorate come per la pasta frolla, fino a raggiungere una consistenza compatta e uniforme.
Versate l’impasto sulla spianatoia e lavoratelo fino a farlo diventare liscio e omogeneo. Formate una palla avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero da 30 minuti a 2 ore.
Dividete il panetto in pezzi più piccoli e stendetelo con il mattarello o con la macchina sfogliatrice (quella per la pasta fresca ) fino a raggiungere uno spessore di 2.5 mm (0.25 cm) (con la mia Atlas 150 Marcato corrisponde al n.3). Ritagliate i dischi con un coppa pasta apposito o con uno a cerchio (se non lo avete potete usare un taglia biscotti tondo o un bicchiere dal bordo sottile) e ripassate i singoli dischi nuovamente nella sfogliatrice per renderli uniformi.
Una volta terminato l’impasto e ottenuti dischetti, prendete i tubi di metallo/legno per i cannoli e avvolgete un dischetto per volta, con un pennello bagnate il punto di giunzione tra i due lembi di pasta e pressate bene.
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Cottura dei cannoli siciliani alla ricotta
Riscaldate in una pentola alta almeno 1 litro l’olio per friggere, quando immergendo un cucchiaio di legno vedrete la comparsa delle bollicine potete immergere pochi cannoli per volta cosi da non abbassare la temperatura. Lasciate cuocere i cannoli, fino a quando tutta la superficie non sarà ben dorata, se necessario girateli aiutandovi con una pinza di metallo/teflon.
Metteteli ad asciugare prima su carta da cucina e dopo 1 minuto sfilate via il tubetto di metallo per passare alla formazione di altri cannoli siciliani. Quando freddi disponeteli su un vassoio o su un piatto e terminate la cottura di tutti i cannoli siciliani alla ricotta.
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Farcire i cannoli siciliani alla ricotta
Versate la crema di ricotta in un sacco da pasticcere senza bocchetta (se necessario adatte l’apertura alla dimensione che vi serve) e farcite i cannoli da entrambi i lati per evitare il vuoto al centro e decorateli secondo i vostro gusto con: arance candite o granella di pistacchi o di nocciole o gocce di cioccolato, potete cospargere ulteriormente la cialda con lo zucchero a velo.
I cannoli siciliani alla ricotta una volta farciti vanno consumati velocemente per evitare che la buccia diventi umica e perda la sua tipica croccantezza.
Cucina Regionale
Sicilia
29 commenti
Io che sono nata agli antipodi della Sicilia e che a Milano ci vivo da 20 anni facendo la spesa all’Esselunga tutte le settimane ti posso solo dire: continua così! Friggi, mescola ricotta e condividi con i tuoi amici e con noi che ti leggiamo tutte le ricette che ti fanno ricordare le tue origini e permettono a noi di scoprire la tua amata isola. Le tradizioni (anche culinarie) sono la nostra vera essenza e fanno di noi quello che siamo oggi. 🙂
Baci e a presto
Ciao Danja, che piacere averti qui! Grazie per le tue parole… alle volte mi sento un pesce fuor d’acqua in questo luogo, già è difficile vivere da sola in un posto che non è il tuo in più trovi queste persone cosi scadenti è tutto si complica. A presto LA
Lascia perdere i Milanesi, devi essere stra orgogliosa di essere nata in una regione meravigliosa, piena di storia, di posti bellissimi, di gente meravigliosa e di cibo fantastico. Ci stai anche solo due giorni e te ne innamori per la vita.
E non c’è niente di più buono di un cannolo siciliano fatto come si deve, io me li sogno ancora quelli che mangiai qualche anno fa in vacanza. Pura poesia
PS comunque la cucina siciliana è MOLTO più leggera di quella lombarda, checcè ne dicano loro.
Ciao Saltando in padella, magari fossero Milanesi… almeno loro avrebbero qualcosa da raccontare delle loro tradizioni! IO sono sempre stata orgogliosa della mia terra nonostante tutto quello che la gente dica in giro ed è vero chi ci viene ci torna perchè ci lascia pezzi di cuore! A presto LA
adoro la Sicilia e la cucina siciliana, ho un debole per i cannoli !
Ciao Chiara, chi non ha un debole per i cannoli??? A presto LA
Ma che bontà!!! Adoro il cannolo, fra i miei dolci preferiti.
Non ho mani provato a farlo in casa, sarebbe una scommessa. Complimenti!!!
Ciao Federica, piacere di averti qui! Prova a prepararli e poi mi saprai dire! A presto LA
Laura chi disprezza non merita nemmeno la tua attenzione! Chi insulta senza capire il legame profondo con la tua terra, le tue tradizioni, il tuo trascorso, non devi nemmeno considerarlo, perchè è un povero di sentimenti!
Capisco benissimo le tue parole e amo il rapporto che hanno gli isolani con le proprie origini, l’ho sempre ammirato (io ho amici sardi che avrebbero potuto scrivere le tue stesse parole!).
Passa oltre, tu hai un’eredità di emozioni e sensibilità che chi ti dice “terrona” non sa nemmeno cosa voglia dire…lasciali nel loro brodo di ignoranza!
Detto questo, posso solo sbavare davanti a queste meraviglie…le ho mangiati in una pasticceria a Erice e il loro sapore rimarrà per sempre nei miei pensieri!
Ciao Consu, per questo ho smesso di cucinare per questa gente, l’ho giurato sulla mia terra! Se vogliono assaggiare qualcosa dovranno andare a cercarla all’Esselunga non nella mia cucina.
SI è vero tutti gli isolani abbiamo un rapporto particolare diverso da quelli delle altre regioni italiane.
Bee hai detto niente Erice ha la più buona pasticceria dell’isola avrai sicuramente provato anche le Genovesi delle suore… che ricordo speciale che ho anche io di quella vacanza in quel luogo bellissimo! A presto LA
Tanti ingredienti che fino a settembre non posso mangiare purtroppo!!! A leggerti sembrano ottimi 😉
Io poi mangio di tutto, normaòlmente! 🙂
Dai Daniela, un pò di pazienza e poi potrai tornare a mangiare tutto! A presto LA
HO comprato gli stampi per cannolo ma ancora non ho provato a farli!!!
Qualche volta ho preparato la farcia e, lo devo ammettere, ho riempito il cannolo acquistato. Nulla al confronto con quelli assaggiati in Sicilia.
Grazie per questo post e tutti i tuoi consigli. Lo salvo e lo stampo.
Ciao Natalia,
ora non hai più scuse, appena la temperatura lo consente, occorre friggere un buon cannolo e inaugurare i tubi! A presto LA
Ho letto ed ho gli occhi inumiditi dalle lacrime. Il mal di Sicilia lo vivo anche io sulla pelle e so come ci si sente. Quando poi si vive in un paesino dove tutti fanno i simpatici ma ti escludono sempre perchè “tutto deve ruotare esclusivamente” intorno a loro, loro che si sentono emancipati e che ancora stanno a guardare dietro le finestre e ti bombardano di domande sulla vita degli altri e la tua, loro che si vestono in serie, tutti con gli abiti griffati o non sei nessuno… loro che ti escludono da tutto ciò che conta e si nascondono troppe volte dietro sorrisini che sanno di facciate costruite malamente beh, la nostalgia della mia terra che mi ha offerto non solo i natali ma anche il mare, la mia amata Etna, i pranzi in famiglia, il profumo dei biscotti da preparare con mia madre per portarli in dono a parenti ed amici, gli amici di vecchia data il cui sapore dell’amicizia a tutto un altro peso, il teatro e la musica (che qui per fare qualcosa devi pregarli in ginocchio ed io non li prego di sicuro), quella nostalgia ebbene diviene sempre più forte e pesante.
Da oggi mi sento ancor più legata a te e non solo per la ricetta di questi meravigliosi cannoli che adoro ma perchè anche io come te desidero proclamare il mio amore per la mia terra bisftattata, calunniata che ha davvero molto più da offrire di quanti si riempiono la bocca di sole belle parole e perchè non ultimo ti sento molto vicina a te. Grazie in ogni senso anche per questo mio sfogo ????
Cara Viviana,
mi hai fatto commuovere e grazie a te per questo sfogo <3 ora mi sento "meno sola" in questo luogo, hai trovato le parole perfette per descrivere l'ipocrisia travestita da emancipazione. Le parole perfette per descrivere quello che è il senso delle parole: FAMIGLIA e AMICI.
Chi come noi è nato sull'Isola e ne è innamorato sa che è il luogo più bello del mondo, la nostra missione è far si che anche gli altri se ne innamorino perchè noi che non siamo solo quello che la tv passa nei servizi ma tantissimo altro ancora e sopratutto meglio di quello che in molti credono. A presto LA
Ciao Laura, ho trascorso in Sicilia alcune vacanze che sono state, senza retorica, le più belle che avessi mai fatto: inutile descriverle, perché le parole non traccerebbero che un’immagine sbiadita di quello che ho trovato; dirò solo che ciò che non dimenticherò mai è la gente che ci ha trattato non come turisti ma come ospiti, come amici con cui condividere le bellezze della propria terra. Leggo il tuo blog perché qui ritrovo le atmosfere di quelle vacanze indimenticabili. Sei forte.
Ciao Chiara, che piacere leggere il tuo commento e le tue parole, mi fai battere forte il cuore perchè è proprio quello che voglio trasmettere a chi mi legge, sentirsi a casa come se fossero sulla mia isola! Spero di leggere altri tuoi commenti prestissimo. Grazie! A presto LA
Ciao, non so dove tu abiti, a Milano in ogni caso c’è una gastronomia che si chiama “Cose Nostre” ed ha tutto quanto concerne i cibi tipici della Sicilia in particolare quelli palermitani, quindi quando mi viene voglia di qualche sapore della mia infanzia, vado li. Tu sei anche sin troppo brava che ti metti li e replichi esattamente i sapori della tua terra.
Per tutto il resto, dobbiamo riconoscere che un fondo di verità c’è, ma non vi darei poi così peso. Anche io che sono di origini siciliane, ma nata a Milano, non capisco certi rituali, quindi non prendertela se in qualche modo calcano la mano, se non vivi e non respiri certe atmosfere, non si possono comprendere. Sono convinta che in fondo c’è una sottile invidia.
Marina
Ciao Marina,
piacere di averti qui, sfortunatamente io vivo nella provincia Pavese, qui non si trovano facilmente buoni prodotti siciliani e preferisco farli in casa come mi è stato insegnato. Spero sia invidia, perchè io non oserei mai prendere in giro nessuna persona che crede nella sua terra e nella sua cultura indistintamente se sia siciliana, milanese o alto atesina. Spero di leggere presto altri tuoi commenti… a presto La
Questi cannoli li adoro, ne sono dipendente… complimenti!!!!
Grazie Speedy!!! A presto LA
Alza la testa e vai fiera di te, delle tue origini, dei tuoi principi, delle tue scelte e della nostalgia della tua meravigliosa terra. E alle frecciate dispregiative che esasperano un concetto superato di “terronaggine” rispondi a suon di cannoli, arancini, sfincioni, fritti e caponate. Ma poi tieni per te e per chi sa apprezzare la tua bellezza. E a loro lascia il desiderio e….la bocca asciutta 😀
Se sono invitanti questi dolcetti…. ^_^
Ciao Erica, che piacere averti qui! Si sto adottando questa tecnica, fargli annusare le cose con il binocolo… e a quanto pare funziona! Un bacione LA
Ciao Laura, ti ho scoperta oggi ed e’ come se avessi finalmente trovato un’amica che pensa e sente le cose come me…mi hai fatto davvero commuovere! Le tue esperienze sembrano le mie, la tua nostalgia e il tuo amore per la nostra meravigliosa e troppo spesso bistrattata Terra rispecchiano cio’ che provo anch’io. Se ti puo’ consolare, la mia situazione e’ ancora peggiore, perche’ io vivo negli Stati Uniti, quindi ancora piu’ lontana da casa di te. Non solo sono terrona, ma anche straniera, e quindi per nulla capita. Anch’io ho provato a condividere la mia cultura e le mie tradizioni (certamente piu’ vere, antiche e sentite di cio’ che ho trovato qui) con cosiddetti “amici” americani tramite la mia cucina, ma non ne e’ valsa la pena. La cosa principale che proprio non entra in testa agli americani e’ l’amore e la dedizione che impieghiamo quando decidiamo di cucinare per amici e familiari: per loro il cibo e’ “solo cibo”, una necessita’ che puo’ essere soddisfatta da fast food e intrugli vari. E chi e’ peggio di loro sono gli italiani che vivono qui e che sono cosi’ “integrati” da voler dimenticare da dove vengono. Allora che vadano al ristorante fast food, io ho smesso di farmi in quattro per chi non mi apprezza. Cucino solo per mio marito e per mio figlio, al quale trasmetto ogni giorno cosa significa possedere la sua meta’ di sangue siculo. Continua ad essere orgogliosa dei valori, dell’educazione, di tutto un mondo che ti e’ stato insegnato e in cui hai avuto la fortuna di essere nata. Come ti hanno gia’ detto, il disprezzo di certa gente nasce solo dall’ignoranza, e soprattutto dall’invidia…compatiamola! Ti abbraccio da lontano e aspetto nuove buonissime ricette!
Laura
CIao Laura, piacere di averti qui! Non oso immaginare cosa significa vivere cosi lontano in un mondo cosi diverso da casa, dalla propria cultura e da quello che c’è stato insegnato. Spero che i tuoi cari apprezzino e condividano con te questo grande amore per la nostra isola, che possano toccare con mano il calore dei piatti che cucini e delle persone. Un bacione grandissimo e spero di leggere un tuo commento su qualche altra ricetta! A presto LA
🙂
Ciao cara, mi hai fatto venire un po di tristezza leggendo il post dei tuoi cannoli. Io ho la fortuna di aver trovato lavoro nella mia Sardegna e non soffro di nostalgia di casa. Ma ho tanti parenti e amici cari che hanno dovuto emigrare al nord, e dopo 30/40 anni, credimi soffrono ancora del mal di Sardegna. Quindi ti capisco bene e mi dispiace tanto che ancora oggi, in zone “civilmente ” evolute, siano a questi livelli. Noi donne del sud Però non ci abbattiamo facilmente, giusto? E ci consoliamo anche con la nostra cucina e ci facciamo i cannoli. Da quando li faccio io li ” a d o r o”, quelli di pasticceria non mi piacciono, forse ho origini siciliane, non so. La mia ricetta è quasi identica alla tua e mi vengono buonissimi, ringrazio la Sicilia che li ha inventati. Vorrei farti una domanda: non riesco a regolarmi con la quantità di ricotta, quanta ne occorre per 30 cialde? A me mezzo kilo di ricotta non basta, e mi frega sempre, non riesco a calcolarlo. Ti abbraccio tanto e pensa sempre che le persone migliori ti vorranno bene e ti apprezzeranno incondizionatamente.
Ciao Angela, è un piacere averti qui e grazie per le tue parole! A distanza di anni questo post sfortunatamente è ancora valido e la nostalgia di casa triplicata.
Per la ricotta ti confesso che io abbondo sempre e anche se avanza la servo come dolce al cucchiaio … tanto piace sempre a tutti! Un abbraccio a presto LA